Auditoire de Calvin

Auditoire de Calvin
Auditoire de Calvin nuovo organo - foto Natale GIANDOMENICO

Post più popolari

martedì 28 aprile 2015

Desideri, Bisogni, Aspirazioni - 8 per Mille Valdese


Otto per Mille alla Chiesa Valdese 

- Unione delle Chiese metodiste e valdesi






lunedì 27 aprile 2015

Culto Evangelico a Ginevra Valdese


Chiesa Evangelica Valdese di Ginevra
Luogo di Culto: Auditoire de Calvin
Place de la Taconnerie, 1. 


Culto Evangelico
Domenica 3 maggio 2015 - ore 18.00
5a di PASQUA -  
Cantate al Signore - Salmo 98,1
Cantate al Signore un cantico nuovo, perch'egli
ha operato prodigi 
(Salmo 98,1)

Dio, aprici gli occhi affinché vediamo la miseria umana. 
Muovi le nostre mani affinché nutrano gli affamati. 
Tocca i nostri cuori affinché diano calore. 
Se condividiamo le nostre paure e il nostro amore, 
come la nostra povertà e la nostra fortuna,
parteciperemo alla tua presenza, o Dio.

                                                                                         dallo Zimbabwe

(tratto da: Un Giorno Una Parola Letture bibliche quotidiane per il 2015, Claudiana, Torino, 2014, p. 123).                                                  


sabato 25 aprile 2015

L come Libertà






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Libertà per l'appunto non è in prima linea un diritto individuale
ma una responsabilità, la libertà non è in prima linea finalizzata all'individuo,
ma al prossimo.
                                               Dietrich Bonhoeffer


tratto da: - 
Dietrich Bonhoeffer Dall'A alla Z 
  I pensieri e i discorsi, le prediche e le preghiere esposti in parole-chiave,
  a cura di Manfred Weber, traduzione dal tedesco di Guido Ferrari,
  Editrice Queriniana, Brescia, 2013, voce: 'Libertà', p. 124.



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venerdì 24 aprile 2015

Genocidio degli armeni. Il testimone svizzero

Segni dei Tempi RSI La1


settimanale evangelico di informazione


sabato 25 aprile 2015, RSI La1, 12.00 ca.
lunedì 27 aprile 2015, RSI La1, 23.15 ca.

un programma a cura di Paolo Tognina


Genocidio degli armeni. 
Il testimone svizzero 
Una storia di generosità, coraggio e umanità
un film di Paolo Tognina

Nella primavera di cent'anni fa, l'impero ottomano lanciò una vasta operazione di eliminazione della popolazione armena presente sul suo territorio. Lo svizzero Jakob Künzler, infermiere e chirurgo a Urfa, in Turchia, fu testimone del primo genocidio del 20. secolo e con la moglie Elisabeth curò e mise in salvo migliaia di uomini, donne e bambini.

Con gli storici Rolf Hosfeld e Hans-Lukas Kieser, il giornalista Emanuel La Roche, il pastore di Hundwil - villaggio natale di Jakob Künzler - Paul Bernhard Rothen

per rivederci online

Paolo Tognina


A 100 anni dal genocidio armeno


Il 24 aprile ricorrono i 100 anni dal genocidio armeno

Armenia. Il Consiglio FCEI: preghiamo perché la Turchia riconosca il genocidio



Roma, 20 aprile 2015 (NEV/CS27) - "In occasione del Centenario del genocidio armeno che ricorre il prossimo 24 aprile, la Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) accoglie con convinzione l'appello del Consiglio mondiale evangelico armeno ad unirsi nella preghiera affinché la Turchia riconosca il genocidio come fatto storico". Così si è espresso con un'apposita delibera il Consiglio della FCEI, riunito oggi a Roma.

Con queste parole i membri del Consiglio FCEI hanno aderito alla richiesta del pastore Joël Mikaélian, presidente del Consiglio mondiale evangelico armeno, nonché presidente dell’Unione delle chiese evangeliche armene di Francia, a pregare per il riconoscimento da parte della Turchia del genocidio armeno costato tra il 1915 e il 1918 la vita a 1,5 milioni di persone. Il pastore Mikaélian ha anche ricordato come l'Armenia sia stato il primo paese ad adottare già nel 301 il cristianesimo come religione di Stato.

Anche gli organismi ecumenici ed evangelici di tutto il mondo si preparano a ricordare il genocidio armeno: in particolare, il 24 aprile il vescovo Christopher Hill e il pastore Guy Liagre, rispettivamente presidente e segretario generale della Conferenza delle chiese europee (KEK), saranno in Armenia dove ricorderanno l'eccidio insieme ad esponenti ecclesiastici, delle istituzioni e della società civile. Inoltre, è prevista a breve una conferenza internazionale, organizzata dal Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), per il riconoscimento del genocidio armeno.

Tra le numerose iniziative in ricordo del Centenario del genocidio armeno, la FCEI ha copromosso recentemente a Roma una settimana di incontri e dibattiti dal titolo: "Armenia: metamorfosi fra memoria e identità".


tratto da: www.fedevangelica.it 

giovedì 23 aprile 2015

Soccorsi per l'emergenza umanitaria nel Mediterraneo

Mediterranean Hope
Un progetto della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), finanziato dall’Otto per Mille della Chiesa evangelica valdese 
(Unione delle chiese metodiste e valdesi)

Il progetto Mediterranean Hope nasce dalla consapevolezza della drammaticità delle migrazioni via mare dai paesi del Nord Africa verso le coste siciliane e, in particolare, dell’avamposto più meridionale costituito dall’isola di Lampedusa.

Fonti internazionali accreditate ipotizzano la tragica media di un morto al giorno in queste migrazioni in gran parte gestite dalla criminalità organizzata. Negli anni il Mediterraneo è così diventato un gigantesco cimitero che, secondo l’Osservatorio Fortress Europe, dal 1988 ha accolto quasi ventimila persone morte lungo la rotta verso l’Italia. La risposta istituzionale a questa tragedia è stata sin qui inadeguata e carente, decisamente al di sotto di fondamentali standard umanitari: solo di recente, dopo la strage dell’ottobre 2013 in cui morirono quasi quattrocento migranti a poche miglia da Lampedusa, è stato attivato un programma di soccorso in mare.

La FCEI, d’intesa con la Tavola valdese, si è sentita interpellata da questa situazione e ha deciso di avviare un progetto umanitario e sociale, teso all’accoglienza e all’avvio all’integrazione dei profughi che intendano restare in Italia.

La FCEI, riconoscendo l’impegno e l’esperienza di centri evangelici, chiese e sorelle e fratelli nel settore delle attività sociali così come la sensibilità dell’evangelismo siciliano per questi temi, confida che il progetto possa essere assunto a livello regionale come frontiera di una nuova testimonianza comune.

Struttura del progetto
Il progetto Mediterranean Hope intende contribuire ad affrontare l’emergenza umanitaria connessa con i flussi migratori irregolari via mare. Il progetto si struttura in due unità strettamente correlate, ciascuna delle quali comprende anche finalità dell’altra: una centrata sull’accoglienza e l’altra sull’informazione e l’azione politica di denuncia delle violazioni dei diritti umani dei migranti e della mancanza di norme in materia di diritto d’asilo.

Osservatorio/base operativa a Lampedusa che curi 1) rapporti con le istituzioni locali, regionali e nazionali 2) rapporti con la popolazione locale 3) i rapporti con l’associazionismo locale, regionale e nazionale 4) l’invio di info-news sugli sbarchi e la condizione dei lavoratori immigrati irregolarmente 5) la costruzione di reti nazionali per l’infosharing, la seconda accoglienza, la mobilitazione politica e la sensibilizzazione culturale; 6) l’organizzazione, la formazione e la gestione dei volontari.

Casa delle Culture a Scicli (RG), per l'ospitalità di circa 30-40 migranti. Oltre che attività di accoglienza, orientamento e formazione, la Casa promuoverà programmi sociali interculturali e di integrazione aperti alla popolazione locale.

Un'azione di pressione per l'approvazione di norme a tutela dei diritti e della sicurezza dei richiedenti asilo. Nella consapevolezza della necessità di un'azione solidale dell'Europa in materia di politiche dell'accoglienza e d'asilo, il progetto MH stimola le chiese protestanti europee a promuovere azioni di sensibilizzazione perché nei vari paesi dell'Unione l'opinione pubblica e la classe  politica assumano la rilevanza umanitaria del problema e si predispongano adeguate misure di tutela. La possibilità per i richiedenti asilo di spostarsi liberamente nello spazio europeo è un elemento importante di questa strategia.

Una rete di solidarietà per il sostegno all'integrazione. Superata la fase dell'accoglienza, il progetto MH intende accompagnare i richiedenti asilo nel loro percorso di inserimento nella società italiana ed europea. Queste rete di sostegno sarà garantita  innanzitutto  dalle chiese italiane ed europee che hanno espresso attenzione e solidarietà per il progetto MH.

giovedì 23 aprile 2015 

Dove sono tuo fratello e tua sorella?

di Paolo Naso, coordinatore Commissione studi Federazione delle chiese evangeliche in Italia

Oggi siamo dalla parte di Caino. A pochi giorni dalla strage a poche miglia dalle coste libiche che ha ucciso centinaia di persone – in queste ore si parla di circa 900 uomini, donne e bambini –, qualcuno ci chiede dove siano i nostri fratelli, dove siano le nostre sorelle. E noi, come Caino, rispondiamo che non lo sappiamo, che non siamo noi responsabili della loro vita e della loro morte. Non lo siamo, perché “la colpa è dei trafficanti che hanno caricato oltre ogni logica misura un barcone affollato di disperati”. Non lo sappiamo perché “la colpa è dell’Europa che non si fa carico di questa problema”. C’è perfino chi dice che non lo sappiamo perché gli unici veri colpevoli della morte di Abele sono “coloro che aiutano ed accolgono i profughi” e che sarebbe meglio istituire un “blocco navale”.

Ognuno ha la sua da dire per giustificare la sua innocenza e scaricarsi da ogni colpa. Ma i corpi di Abele sono lì di fronte ai nostri occhi, e sono tanti, ricorrenti, perfino prevedibili. E allora, chi lo ha ucciso?
La domanda risuona anche a Lampedusa e a Scicli (RG) dove opera Mediterranean Hope (MH), il progetto promosso ormai da un anno dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI). Ed è una domanda lacerante e dolorosa, anche per chi in queste ore sta facendo tutto quello che può per accogliere, sostenere, curare persone ferite e provate. E tra queste persone ci siamo anche noi che da qualche mese, con una newsletter, proviamo a raccontare la nostra esperienza di MH.

Non ci rassegniamo ad esser dalla parte di Caino, noi che ci identifichiamo con Abele e con le vittime. Ma intanto, al di là della nostra intenzione e della nostra volontà, siamo parte di quel mondo che non vuole trovare una soluzione a questo problema drammatico. Non vuole. Da mesi, come MH, avanziamo una proposta e siamo pronti a dare il nostro contributo attivo e diretto: l’idea - accolta da ampi settori del mondo delle associazioni, delle comunità di fede e di alcuni settori politici - è quella di aprire dei corridoi che consentano ai profughi di ottenere una protezione umanitaria presso le ambasciate europee e quindi di viaggiare in condizioni di sicurezza. Se condivisa a livello europeo, sarebbe un’operazione assai meno onerosa di Mare Nostrum o di Triton; ripartendo i profughi tra vari paesi europei, i numeri sarebbero assolutamente sostenibili e gestibili. Parliamo infatti di decine di migliaia di persone per ogni paese, niente di più. Infine, si sottrarrebbero risorse finanziare ai trafficanti e alle centrali politiche o affaristiche che li controllano.

Tutto questo è tanto più sostenibile quanto più sarà l’Europa a farsi carico di una nuova fase dell’azione umanitaria di soccorso dei profughi. Da sola l’Italia non può farcela, come non ce la possono fare i paesi più esposti agli approdi fortunosi dei profughi.

Ce la può fare quell’Unione che deve ritrovare la sua coscienza e la sua anima più profonda che non è solo stabilità finanziaria e burocratizzazione legislativa. L’Europa è nata nel sogno della pace e della libertà. Ma questi valori non finiscono a Lampedusa.
Mare Nostrum ha molti partner, in Europa e negli USA. Ci rivolgiamo a loro per lavorare insieme per liberarci dall’ombra di Caino della nostra impotenza.

Serve una parola d’ordine comune e condivisa. La nostra è “corridoi umanitari”. 

(Fonte: Mediterranean Hope/nev-notizie evangeliche 17/2015)

martedì 21 aprile 2015

Mediterraneo - Per non continuare a restare indifferenti


Il Mediterraneo, la frontiera dove si interrompono i sogni e il futuro di migliaia di persone, 
dove si interrompe il nostro futuro, porta il suo carico quotidiano di dolore.        
Quelle morti non sono una tragica fatalità,  ma l'effetto di una lunga catena di soprusi,  
devastazioni e violenze che viene da lontano.
Il nostro pensiero e le nostre preghiere vanno a chi ha perso la vita attraversando la frontiera, 
a chi è sopravvissuto,  ai dispersi, alle loro famiglie, ai soccorritori, a chi  fa fatica a riconoscere 
nei loro volti il volto di Dio.   

Franca Di Lecce

Servizio Rifugiati e Migranti 
Federazione Chiese Evangeliche In Italia
Via Firenze 38 - 00184 Roma
Tel. 06 48905101 - 06 48916959
email: srm@fcei.it 

venerdì 17 aprile 2015

Ecumenismo


Pinerolo: scambio di pane e vino tra valdesi e cattolici

Pinerolo: scambio di pane e vino tra valdesi e cattolici
La Pasqua di quest'anno ha portato un piccolo ma significativo gesto ecumenico. A Pinerolo (TO) la chiesa valdese e la chiesa cattolica si sono scambiate come dono reciproco il pane e il vino della Cena del Signore. Alla messa di sabato sera nella cattedrale cattolica di Pinerolo era infatti presente una delegazione valdese che ha recato in dono il vino per la celebrazione dell'eucarestia. Visita ricambiata la domenica di Pasqua al culto nel tempio valdese di via dei Mille dove una delegazione cattolica ha offerto il pane della Cena del Signore.

Il gesto ha preso spunto da un episodio riportato da Eusebio di Cesarea. “Lo scambio resta in sé un fatto umile – ha spiegato all'agenzia stampa NEV il teologo valdese Sergio Rostagno -, che non ha nulla di velleitario. Si tratta però sempre del pane e del vino, che sono il corpo di nostro Signore. Si tratta dunque di un gesto umilissimo, ma significativo in prospettiva: abbandona i vecchi antagonismi e lascia sperare sviluppi oggi non immaginabili. Tutto ciò senza nascondere le differenze”.
Lo scambio, in effetti, senza toccare né modificare alcuna questione dottrinale, ha potuto aprire un nuovo spazio di fraternità. Su questa linea si è espresso anche Gianni Genre, pastore valdese di Pinerolo, che ha dichiarato: “Una piccola cosa che ha però una valenza simbolica molto forte; è la primizia di qualcosa di più grande”. In realtà, è da sottolineare come a Pinerolo le due chiese abbiano già compiuto molti passi di fraternità e collaborazione: dagli scambi di pulpito al Centro d'ascolto ecumenico alla partecipazione alla festa valdese del XVII Febbraio da parte di molti cattolici.
riportato dal sito: www.chiesavaldese.org

domenica 12 aprile 2015

Domenica 19 aprile 2015 Culto Evangelico


Chiesa Evangelica Valdese di Ginevra
Luogo di Culto: Auditoire de Calvin
Place de la Taconnerie, 1. 


Culto Evangelico
Domenica 19 aprile 2015 - 
3a di PASQUA - MISERICORDIAS DOMINI 
La terra è piena della benevolenza del Signore - Salmo 33,5
Cristo dice: 

«Io sono il buon pastore; il buon pastore dà la sua vita per le pecore.
Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono; 
e io do loro la vita eterna»
Evangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 10,11.27-28a


orario del Culto Evangelico
ore 18.00
Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, 
che nella sua grande misericordia 
ci ha fatti rinascere a una speranza viva 
mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti,
I Pietro 1,3

giovedì 9 aprile 2015

"Cultura Cristiana" o Teologia della Croce? La risposta di Bonhoeffer

   Non Cristo deve giustificarsi mediante il riconoscimento dei beni del diritto,
della verità, della libertà davanti al mondo, bensì sono questi beni ad essere
divenuti bisognosi di giustificazione, e la loro giustificazione si chiama soltanto
Gesù Cristo.
Non una "cultura cristiana" deve rendere il nome di Gesù Cristo ancora accettabile
davanti al mondo, bensì il Cristo crocifisso è diventato rifugio, giustificazione,
protezione e rivendicazione per i beni superiori caduti in sofferenza e per i loro sostenitori.

   (Etica. Chiesa e mondo I, 1942; ODB 6, 304)
     riportato in: 
     - Dietrich Bonhoeffer Dall'A alla Z 
     I pensieri e i discorsi, le prediche e le preghiere esposti in parole-chiave
     a cura di Manfred Weber, traduzione dal tedesco di Guido Ferrari, 
     Editrice Queriniana, Brescia, 2013, voce: 'Cultura cristiana', p. 72.








lunedì 6 aprile 2015

giovedì 2 aprile 2015

Pasqua: poesia in azione


PASQUA

Ronza l'ape
dopo il levare del sole. 

Tuba la tortora
sui ciliegi in fiore. 

Bela l'agnello
sgambettando con ardore. 

Pigola il pulcino
nel cercare il seme piccino.
Sorride il bimbo
ammirando il fiorellino.

Suonano le campane
segnando il tempo e l'ore.

Apprezza la stoffa
forgiata dai telai il tessitore.

Si rivolge al cielo
speranzoso il nullatenente.

Maledice la guerra
al fronte il combattente.

Invoca aiuto
il malato e il disoccupato.

Chiede giustizia
l'essere umano torturato. 

Pretende rispetto
madre terra e il creato.

Pace, pane, salute, lavoro,
a tutta l'umanità in sofferenza.

Cambiamento, gioia, armonia,
dice il messaggio pasquale d'amore.

Ma si concretizza in valore 
soltanto se lievita dal nostro cuore.


                                                                   Aldo  Fappani 

BUONA  PASQUA !  ( 2015 )  

Pasqua di resurrezione apre alla dimensione dell'eternità


Pasqua



di Claudio Pasquet





Il giorno di Pasqua, la domenica che, secondo il calendario ebraico, è il primo giorno della settimana, le donne recandosi al sepolcro per ungere la salma di Gesù, non lo trovano, ma trovano invece degli angeli che annunciano la resurrezione di Gesù. "Il terzo giorno risuscitò", così recita il Credo apostolico accettato da tutti i cristiani, e non è casuale. Su questo punto infatti tutte le chiese concordano, Pasqua è il perno centrale della fede cristiana. La presenza di Dio tra gli uomini e le donne non è stata solo attraverso parole, leggi, consigli, ma si è compiuta in un fatto eclatante: Cristo è risorto per dirci che Dio non vuole che la vita di un essere umano sia annientata dalla morte, ma si realizzi con una vita nuova.

Come abbiamo detto si tratta sicuramente del fatto centrale della fede cristiana, ma è anche il punto più difficile da accettare. Va infatti contro il pensiero umano, contro la realtà così come ci è dato di conoscere, adesso, nella nostra vita. Non può essere spiegata o dimostrata in nessun modo. Ma da venti secoli, uomini e donne sentono dentro di essi la forza del Signore risorto e cercano di annunciarlo al mondo; come è accaduto ai primi discepoli e discepole che hanno visto il Risorto, e ne hanno compreso la novità: la morte mette fine alla nostra vita, ma non ferma l'opera di Dio per l'umanità.
L'apostolo Paolo ne parlerà in questi termini: la morte è l'ultimo nemico che abbiamo tutti di fronte a noi, ma il Cristo l'ha vinta. E la sua resurrezione getta una luce sulla nostra vita futura, dove non sarà il nulla, ma una vita rinnovata, in un "corpo spirituale", che ci farà essere eternamente in comunione con Dio.

Pasqua: un avvenimento compiutosi nella storia umana, che apre alla dimensione dell'eternità.
1 aprile 2015



- tratto da: www.chiesavaldese.org

Teologia della Croce

   L'unico segno che distingua radicalmente il cristianesimo ed il suo Signore da altre religioni e dai loro dèi, è la croce


- tratto da: Ernst Käsemann, Appello alla Libertà indagine polemica sul Nuovo Testamento, traduzione di Emmanuele Paschetto, 
(Piccola biblioteca teologica / 6), Editrice Claudiana, Torino, 1972, p. 87.