Consiglio
ecumenico delle chiese
A
Ginevra i lavori del Comitato centrale
Roma (NEV), 9 luglio 2014 - Come
camminare insieme in un pellegrinaggio della giustizia e della pace? E' questa
la domanda che ha sotteso la settimana di lavoro del Comitato centrale del
Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), conclusasi ieri a Ginevra. Una domanda
che richiama le decisioni prese dall'ultima Assemblea generale dell'organismo
ecumenico, tenutasi a Busan (Repubblica di Corea) nello scorso autunno, i cui
temi principali erano appunto la giustizia e la pace.
I 150 membri dell'organo di governo del
CEC hanno individuato alcune tappe di questo pellegrinaggio, stabilendo le
priorità del lavoro dei prossimi anni. La prima riguarda la solidarietà fattiva
del CEC con quelle chiese che vivono in zone di conflitto e che si adoperano
per un'azione riconciliatrice. “Siamo chiamati ad essere una voce profetica per
influenzare i processi che possono portare alla giustizia e alla pace”, ha dichiarato
il pastore Olav Fykse Tveit - il cui mandato di segretario generale del CEC è
stato rinnovato per altri cinque anni. In particolare, il Comitato ha ricevuto
testimonianze dirette dal Sud Sudan, dalla Nigeria, dalla Siria e dalla Corea,
quattro nazioni che insieme alla Repubblica democratica del Congo, a Israele e
alla Palestina, rappresentano i luoghi caldi del mondo sui quali l'attenzione
del CEC è concentrata.
Particolarmente importante e sentita è
stata la discussione sui cambiamenti climatici. In occasione delle sedute
ginevrine è stato annunciato per il prossimo settembre un incontro
internazionale interreligioso sul tema, organizzato dal CEC in collaborazione
con Religions for Peace. L'incontro, che prevede la partecipazione di 30
esponenti di diverse comunità di fede, si terrà a New York il 21 e 22 settembre
prossimi, subito dopo la conclusione del Summit sul clima convocato nella città
statunitense dalle Nazioni Unite.
Le altre priorità individuate dal
Comitato riguardano il dialogo ecumenico sull’ecclesiologia, la giustizia
economica, i diritti di profughi e rifugiati, la giustizia di genere, l'impegno
per un mondo libero dal nucleare, e il maggiore coinvolgimento dei giovani nel
lavoro del CEC.
Del Comitato centrale del CEC fa
parte anche l’italiana Valeria Fornerone, membro della chiesa valdese.
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